Ogni lasciata è persa cm. 60×80

La prima cosa che salta agli occhi in questa tela di Laura Mosca è il colore, in contrasto apparente col titolo: ogni lasciata è persa.
L’autrice costringe una mano a versare sull’altra le infinite possibilità dell’uomo, lasciando cadere delle preziose sfere, in parte inquinate dalla tinta in parte vergini, che scivolando verso un irrecuperabile abisso si dipanano sulla tela come le “lasciate” della vita… Ciò che si perde, ci dice l’autrice, rotola e sfugge alla presa, forse per sempre e, in mancanza del rosso vermiglio che Laura spesso ci propone, lo fa senza drammi né rimpianti.
Sono mani femminili che sorgono dal nulla, mani che spesso racchiudono amori, drammi e sentimenti, a volte confermati, a volte traditi, e gettano sul pianale tutto ciò che hanno voluto o saputo afferrare.
La dolcezza del gesto non ha altri colori che distraggano. Laura, qui, non disturba il
messaggio con nient’altro. La tela si crepa e s’increspa lasciando solo qualche spazio a una fantomatica rete che osserva inerme intorno alla tela.
L’autrice, terminata l’opera ci lascia ancora una speranza, e lo fa con questo verde tenue che ci rincuora, poiché ogni lasciata è persa solo quando non si coglie l’ultimo attimo fuggente…
(Domenico Borsella)
NOI PREFERIAMO GLI ANGELI
Polimaterico sonoro su tela (cartapesta e schiuma poliuretanica)
cm.80×120
Guido Folco,fondatore e curatore di Italia Arte e del Museo MIIT, fu il primo a credere in questo mio nuovo metodo di pittura materica e assemblaggio.
“Noi preferiamo gli angeli”è nato durante una lezione di scenografia in cui spiegavo l’utilizzo del poliuretano espanso e del tessuto. Ho pensato poi di farne un quadro da inserire in una mostra dal titolo Angeli e Demoni e il titolo “Noi preferiamo gli angeli” è nato da solo, pensando che anche le mie allieve avrebbero preferito gli angeli…
C’è più rilievo in quest’opera e meno colore e ad un certo punto è diventato sonoro. 
Non si può “non” far volare un angelo…così ho inserito un suono un po’ teatrale che ricorda un battito d’ali.
Domenico Borsella:
Quel NOI, che Laura Mosca ha voluto anticipare nel titolo, è il diktat con cui stabilisce il suo confine. Inquieta la contraddizione tra il rosso purgatorio e il bianco delletereo, ma è solo un dettaglio nell’impasto di poliuretano, arricchito di ellenismo di maniera, che si erge ad angelo.
Nel biancore, il busto, privo di volto, difende licona del non conosciuto, dell’ipotesi esistenziale mai provata, che non muove però a emozioni 
E allora Laura fa scivolare un drappo da cui appare un volto dolce, angelico, che raccoglie tutto su di sé e ci rassicura. La tela rinforza la natura celestiale del soggetto, nato dalle mani dell’artista che ha emarginato i colori per esaltare il rilievo. Un rilievo creato, non dipinto, un rilievo a cui fanno da ancelle due Grazie, minute nell’angolo basso dove il drappo perde il suo fluire. Due ali elevano la materia e in fondo a tutto la Mosca escogita il contatto terreno con il suono generato da un pulsante. Noi dunque possiamo far volare gli angeli con vibrazioni sonore, è sempre nelle vibrazioni che le opere di Laura prendono il volo.
LA LANTERNA MAGICA DI CHAGALL
Polimaterico su tela cm.80×100
Ispirato alla poesia di Lawrence Ferlinghetti,
leader della Beat Generation Americana.
Chi meglio di Laura poteva interpretare la poesia di Ferlinghetti ispirata dai quadri di Chagall? Quel mondo surreale e fantastico dell’artista bielorusso che vedeva il mondo attraverso la leggerezza dei personaggi che faceva volare. Laura invece lavora con gli oggetti come quei pennelli lasciati affogare nel bianco di un’ala stilizzata, nel blu opaco di un cielo inframmezzato da ritagli di carta… un pesce, un pezzo di violino, un violoncello, una pallina che ricordano i simboli dell’artista. La tela si espande e si contorce nei rossi…immancabili, e nei bianchi luminosi, simboli di grande passione e di purezza. Il mondo onirico del maestro trova il suo spazio in questo quadro. Forse le linee rette e i riquadri fanno più parte del bagaglio morale della Mosca che del mondo poetico in generale, ma l’occhio di chi osserva concentrandosi sulla materia e sui rilievi fisici ha la sensazione di appartenere a questo mondo…e se questo succede il risultato ha del sorprendente.
Domenico Borsella (illustratore, scrittore, storico, drammaturgo e studioso dell’arte contemporanea)
E Marc Chagall usò il mondo
come fosse la sua lanterna magica
e lo fece dondolare sul suo piccolo pennello
volando attraverso i cieli della sua infanzia
in Russia e su Parigi e Chicago e ancora Parigi
capovolgendo ogni cosa mentre passava
dipingendo come avrebbe fatto un bambino
vedendo il mondo per la prima
(o la seconda) volta.
E tutta la vita santa in un teatro ebreo
con violinisti galleggianti
che sfidano la gravità
e suonatori di corno e clown e rabbini
e spose tutte in bianco
tutti a volteggiare insieme
su un grande palcoscenico del mondo.
E Notre Dame vista come un mostro
e un angelo con tavolozza e pennello
che vola fuori da un’altra chiesa.
E Bella su un ponte
e un rabbino con un limone
e una sposa con due facce
E Cristo su una croce
con amanti appesi a un cielo rosso
le teste al rovescio.
E un clown che porta un asino
con acrobati scuri che volano
attraverso una notte
e un angelo rosso che cade a testa in avanti
e un pesce volante che suona un violino
in cima a un orologio a pendolo.
E una donna che cavalca un gallo
e spose che illustrano “Resistenza Risurrezione e Liberazione”.
E un uccello su un corno di cervo
un ciccione complessato
un pittore e un viso di donna intrappolati
tra un cane e un lupo.
E una slitta con la testa di una donna
con i capelli neri
con un uomo che la guida
con la Bastiglia vista come un gigantesco animale rosso
e un gatto trasformato in una donna
e una ghiandaia adornata
con piume di pavone
e una gallina con le uova d’oro
sul punto di schiudersi
e una volpe con l’uva
che perde la sua coda folta
e un ultimo folle passaggio del Mar Rosso…
Riesci quasi a sentire il lamento del violinista
mentre dipinge i suoi paesaggi tragicomici
cosparsi di matrimoni e ebrei erranti
e accoppiamenti e Golgota
È lo spirito libero con anima da vecchio di Chagall, che dipinge il suo mondo libero e fugge dalle scale antincendio al quinto piano di un caseggiato senza ascensore sulle ali dei suoi pennelli.
(Lawrence Ferlinghetti)